Colonna Cervicale

 

Una delle strutture più complesse dell’intero corpo umano. La colonna cervicale si racchiude nella parte iniziale della colonna vertebrale ed è formata da sette vertebre anulari che proteggono delicatissime zone nervose, tra cui il midollo cervicale, da non confondere con il midollo osseo.

Miliardi di filamenti nervosi compongono una struttura capace di mettere in comunicazione l’intero sistema muscolare, ma anche di contenere ulteriori filamenti utili allo sviluppo delle sensibilità, come quelle tattili, termiche o dolorifiche. Per quanto detto, una compressione della struttura – o delle radici nervose che la compongono – innescherebbe gravissimi danni per l’intero organismo.

Fortunatamente, però, l’evoluzione della scienza medica ha ridotto i rischi derivanti dal trattamento chirurgico di tante affezioni riguardanti la colonna cervicale.

Le patologie più frequenti riguardanti la compressione mielo-radicolare sono:
 – Ernie discali
 – Alterazioni artrosiche come: osteofiti, barre disco osteofitarie, stenosi da ipertrofia delle articolazioni                                    interapofisarie, ecc.
 – Traumi quali: fratture, lussazioni. ecc.
 – Tumori: vertebrali, durali, delle radici, midollari.

Nel corso degli ultimi decenni, la medicina si è instradata in un progresso tecnologico delle procedure, un’evoluzione che ha reso il trattamento delle patologie citate molto più agevole, diminuendo drasticamente i rischi da
intervento.

Due delle tecniche sulle quali, a tal proposito, è doverso approfondire la nostra analisi sono:
– la discectomia LASER
– le procedure microchirurgiche.

La discectomia LASER, particolarmente indicata per le ernie discali, richiede l’utilizzo di una sorgente laser e di una sala operatoria attrezzata.

Il trattamento, applicato sotto anestesia locale, viene praticato nella parte anteriore-laterale del collo: un apparecchio radiologico guida una sonda ad ago, che introdotta nel disco malato ne vaporizza lo spessore di alcuni millimetri, favorendo così la riduzione della protusione.

A rivoluzionare maggiormente le tecniche operatorie, inoltre, è stata l’introduzione di specifici microscopi. Strumenti, questi, che consentono un’illuminazione a luce fredda che favorisce l’intervento nel campo operatorio.

A questo strumento va associato un sistema di navigazione a laser e drill ad alta velocità.
La sala operatoria della Casa di Cura Carmona è dotata di queste rivoluzionarie tecnologie: ogni anno risultano essere numerosi gli interventi che riguardano la colonna cervicale, ai quali fanno seguito degli ottimi risultati emergenti nel decorso post operatorio.

La riabilitazione, infatti, viene seguita dal centro di Fisio-chines terapica, all’Istituto New Delta di Messina. Presso questa struttura, i cui professionisti possono contare sull’utilizzo di una strumentazione di ultima generazione, sono seguiti tantissimi pazienti in fase post operatoria, oltre ad un buon numero di individui affetti da patologie non chirurgiche come, per citarne qualcuna,
l’artrosi.

 

Spondilosi cervicale: fattori scatenanti e terapie

 

Il fattore principale da cui può avviarsi lo sviluppo della spondilosi cervicale rimane l’invecchiamento.
Superati i 50 anni, i dischi tra le vertebre diventano meno spugnosi e sostengono a fatica il peso e i movimenti della testa.

La crescita e l’ispessimento di ossa e legamenti favoriscono l’invasione del canale spinale.  Altri fattori possono essere individuati in cattiva postura e infortuni del collo.  Con i trattamenti fisioterapici è possibile ridurre le infiammazioni ed il dolore.

Le terapie più indicate? Il Tecar e gli Ultrasuoni. La prima rimane la soluzione maggiormente consigliata per la sua efficacia nell’assorbimento del liquido infiammatorio e nello scaldare il collo. Meno utile, invece, l’applicazione della Tens, terapia palliativa e di breve durata. Una soluzione da tenere parimenti in considerazione è l’osteopatia. Si tratta di una disciplina di correzione della postura, perfetta per il riequilibrio del corpo.Muscoli contratti e articolazioni, grazie ad essa, troveranno un sicuro beneficio.

In conclusione, per evitare l’insorgere della spondilosi cervicale, è bene assumere una postura corretta, che limiti quanto più possibile la tendenza ad assumereposizioni di riposo che provocano fastidio.
Assolutamente da evitare, infine, l’utilizzo di collari rigidi: riescono solo ad elevare i livelli di rigidità e non rappresentano certamente un mezzo per la risoluzione del problema.

 

Prof. Giuseppe Gambardella